Una quarantenne infertile insegue il miracolo di una gravidanza; una gravidanza miracolosa si trasforma in un incubo, ma anche a questo si sopravvive.
Una discesa all’inferno (tragicomica) in tre atti: dalla vita alla morte, dalla fiducia in Dio, Natura e Matematica alla disperazione assoluta. E ritorno.
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Ho sempre desiderato raccontare questa storia, ma non è facile: si tratta del momento più tragico della mia vita, quel momento in cui ti accorgi che tu sei stronzo e anche Dio lo è, nel caso esistesse. Il momento in cui nessun conto torna più, quando capisci che non governi niente di serio, della tua esistenza, a parte quanti cucchiaini di zucchero metti nel caffè. Se ti sei ricordato di comprare lo zucchero.
Io non so raccontare tristemente storie tristi: se il caso è disperato, a me viene da ridere. È così che sopravvivo. Perciò ho sempre evitato di rendere pubblica questa catastrofe, nell’attesa di trovare un modo socialmente accettabile per dimostrare che la vita non ha alcun senso. Alla fine, ho capito che un modo non c’è, se non il mio: affabulare tragedie esilaranti, guardare il fondo oscuro del pozzo dove mi stanno calando e ricordarmi la barzelletta del cane nel secchio. Che non vi racconterò, perché non esiste.
"Nostra Signora dei Tulipani" ha vinto nel 2024 il premio Città di Grottammare sezione Teatro.
Al Premio Calvino hanno detto:
"Caramanico conferma la sua consapevolezza letteraria e la capacità di padroneggiare la narrazione con precisione e lucidità. In appena trenta pagine, l’autrice ci racconta, con quella che non può che essere definita grazia, il trauma di una coppia (e in particolare della donna, dal cui punto di vista la storia è narrata) che cerca disperatamente un figlio [...] Ciò che più colpisce di Nostra signora dei tulipani è l’approccio linguistico e narrativo che l’autrice sceglie: a fare da contraltare al dramma dei temi raccontati, troviamo una scrittura vivace e ironica in cui riso e pianto si mescolano per raccontare l’assurdità dell’ esistenza umana."